Accompagnare i giovani a rispondere liberamente alla chiamata di Cristo
Scopo. Il testo che segue intende promuovere a livello europeo una riflessione interdisciplinare in preparazione del Simposio CCEE 2017 sull’accompagnamento dei giovani oggi. Non va inteso come un documento finale: nella sua forma di catalizzatore per la discussione, si limita a porre domande, piuttosto che offrire risposte. Attraverso il dialogo, la condivisione, la preghiera, auspichiamo che il Simposio giunga ad elaborare alcune risposte e conclusioni. La sua struttura flessibile in dodici punti mira a stimolare liberamente il dialogo e l’interpretazione verso direzioni differenti.
Destinatari. Il documento intende rivolgersi ai partecipanti del Simposio: in primo luogo i vescovi e i delegati nazionali per i cinque settori: catechesi, scuola, università, giovani e vocazioni, insieme con i giovani e altri esperti, cercheranno di formulare alcune risposte. Le domande in questo documento sono il risultato delle consultazioni con i giovani, formulate nel linguaggio ecclesiastico professionale dei destinatari.
Finalità. Il Simposio del 2017 si propone di cercare il modo di impegnarsi nella situazione attuale in Europa e di capire come – dove necessario – affrontarlo, accompagnando i giovani come Gesù fece con i discepoli sulla via di Emmaus (LC 24,13-35).
- La Chiesa è chiamata ad accompagnare ogni persona dal concepimento alla morte, e nell’al di là con la preghiera. Qual è la qualità della collaborazione tra i cinque settori a tale riguardo? In che misura si combinano in modo armonioso le proposte dei diversi settori alla stessa persona in momenti diversi della sua vita? Dove risulta necessaria una conversione pastorale?
- Altrettanto importante è il contatto tra i vescovi e i delegati all’interno di ciascuna di queste sezioni: cosa possiamo imparare gli uni dagli altri a livello europeo? Come possiamo collaborare?
- Un altro obiettivo è un aggiornamento sulla situazione dei giovani di oggi nell’intero contesto europeo. Come orientare il nostro accompagnamento nel miglior modo possibile, partendo da dove sono adesso, con le loro domande e le loro necessità?
- Un ulteriore obiettivo è di stimolare un nuovo incoraggiamento nel ministero pastorale di ogni settore, ed essere ispirati da esempi pastorali di successo, per ricevere un nuovo impulso ed entusiasmo.
Focus. Il focus del Simposio saranno i giovani dall’adolescenza alla fase di giovani adulti. Tuttavia la riflessione terra anche conto dell’importanza dell’infanzia e della collaborazione con le famiglie, cosi come la preparazione dei giovani alla loro futura vocazione, che spesso consiste nel formare una nuova famiglia. Non esiste “il giovane”: nella loro varietà, i giovani hanno bisogno di poter scegliere fra diverse proposte pastorali, nella ricerca di ciò che meglio si adatta alle loro esigenze personali e al loro percorso con Dio.
Processo. Questo documento è il risultato di un’ampia consultazione. Nel settembre 2015, un comitato comprendente rappresentanti dei cinque settori si è incontrato a Malta e ha redatto un documento che è stato discusso durante la prima metà del 2016 in incontri separati con i delegati nazionali di tutti e cinque i settori. Il maggior numero possibile dei loro commenti è stato inserito nel presente testo, redatto a Madrid da un altro piccolo comitato che rappresentava i cinque settori.
Preparazione. Questo documento può risultare utile all’interno delle conferenze episcopali d’Europa come strumento per una riflessione comune tra i delegati dei cinque settori. Si suggerisce pertanto di organizzare una riunione con tutti i delegati della stessa conferenza episcopale prima del Simposio. Il Simposio del 2017 sostituirà i consueti incontri del CCEE dei singoli settori – catechesi, scuola, università, giovani e vocazioni – in quell’anno. Questo permetterà alle conferenze episcopali di nominare dei rappresentanti al Simposio per ciascuna delle cinque aree pastorali in questione.
Migliori pratiche. Vi invitiamo a proporre buoni esempi di iniziative che possano essere presi come modelli di iniziative di successo e “best practice”. L’obiettivo è di offrire una gamma ampia e diversificata di laboratori al fine di stimolare nuove idee e possibilità, come anche di incoraggiare e invogliare a dedicarsi all’accompagnamento dei giovani con un nuovo slancio. Una scelta sarà compiuta fra tutte le proposte ricevute, cercando di coprire tutti i settori e le aree d’Europa. Invitiamo tutti a inviare delle proposte di “buone prattiche” e iniziative di successo entro il 1 dicembre 2016 al seguente indirizzo: ccee@ccee.eu
Gesù & l’accompagnamento
1. Gesù stesso ci dà un grande esempio di accompagnamento sulla via di Emmaus: cammina con i discepoli, fa domande, li ascolta (LC 24,13-35). Su questa base egli subito dopo inizia ad insegnare e li aiuta a interpretare la loro vita alla luce della Parola di Dio. Questo li prepara a riconoscere la sua presenza nella frazione del pane e segna l’inizio di un nuovo modo di seguire Gesù, ricco di desiderio di portare il suo messaggio a tutti con una voce forte e chiara. L’accompagnamento dei giovani è molto di più del solo accompagnamento spirituale individuale: si tratta di camminare con l’altro in tutti i possibili aspetti della vita, attraverso la vita di famiglia e la comunità, la catechesi e la pastorale giovanile, a scuola e all’università, nel promuovere le vocazioni…
L’accompagnamento consiste nel camminare fianco a fianco con Gesù come nostro Maestro e modello nell’amicizia cristiana. Egli è presente, mostra comprensione nei confronti di ciò che accade nella vita della persona che sta accompagnando, è compassionevole, vede oltre la loro visione ristretta, li aiuta a porre domande, li sfida, li provoca, li apre ad una visione più ampia che libera. Li aiuta a vedere se stessi alla luce di Dio, a riconoscere la sua presenza nei sacramenti e, in tal modo, allarga i loro orizzonti verso ciò che è veramente essenziale. Gesù che cammina al nostro fianco ci conduce alla pienezza della vita. Come verifichiamo il nostro modo di accompagnare? Come posso far sì che Cristo sia presente attraverso il nostro accompagnamento?
Fuoco & Volontà di Dio
2. I cristiani sono chiamati ad essere l’anima del mondo. La Chiesa primitiva era infiammata dalla convinzione di ciò che aveva da offrire al mondo, ovvero Cristo crocifisso e risorto. Il nostro compito oggi è di riscoprire questo ed essere fedeli alla nostra chiamata. La Chiesa è giovane, perché lo Spirito Santo è eternamente giovane.
/p>“Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata… Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto” . Dato che il continente europeo sta diventando sempre più secolarizzato, come possiamo vivere all’interno di questa società secolarizzata, vivendo la nostra fede con fuoco ed essendo lievito per gli altri?
Diversità & ponti
3. Gesù cammina con noi in un’Europa caratterizzata da una tradizione cristiana aperta alla diversità di religioni, culture, situazioni economiche e sviluppi tecnologici. Questo offre grandi opportunità ma anche sfide uniche, ad esempio in relazione a questioni fondamentali del nostro tempo, quali la migrazione dei popoli, le guerre, la minaccia dell’estremismo nelle sue varie forme, la questione dell’identità personale, la passione per la vita, i problemi occupazionali… Come, allora, possiamo convivere in modo costruttivo, come cristiani, con questa diversità? Come possiamo aiutare i giovani in questo? Come proporre la fede come una causa per la quale vale la pena vivere e – nel caso estremo – morire?
Il cristianesimo è chiamato ad essere un ponte tra le persone, tra le culture, tra le civiltà. Nel corso dei secoli, la forza unificante del suo amore, che cerca di riflettersi in tutti i rapporti umani, ha contribuito a costruire ponti dove in precedenza questo sembrava impossibile. Gesù è modello di questo bisogno di costruire ponti entrando pienamente nella nostra esperienza umana così com’è, invitandoci in un luogo dove egli si può rivelare a noi, aiutandoci così a trovare il nostro vero io a livello personale e comunitario. Allo stesso tempo notiamo una globalizzazione sempre più visibile del mondo, che è particolarmente evidente nei giovani: esiste un’uniformità nel modo di parlare, nei gusti, nella cultura giovanile. Si osserva inoltre una non-accettazione della diversità fuori del modello comune. Cosa chiedono i giovani alla Chiesa in questa situazione? Come possiamo contribuire con il messaggio universale e unificante del Vangelo che valorizza l’originalità di ogni persona e di ogni cultura?
Identità & vita
4. Riflettendo sulla nostra identità cristiana, non possiamo evitare di farci alcune domande sulla natura e il valore della persona in generale, riconoscendo l’importanza della coscienza morale. Domande importanti a cui ogni persona ha bisogno di dare una risposta per poter trovare la propria identità, quali: Chi sono io? Da dove vengo? A che ambito appartengo? Cosa devo fare? Come posso vivere in una libertà pienamente umana? Come con i discepoli di Emmaus, Gesù cammina al nostro fianco, avvia una conversazione con noi, rispetta la nostra libertà e ci aiuta a scegliere bene illuminandoci con la sua Parola.
L’invito di Gesù ad abbracciare la pienezza della vita è in contrasto con quella che viene talvolta chiamata la “cultura della morte”, che viene in evidenza, ad esempio, con l’alto tasso di suicidi tra i giovani, l’aborto, l’eutanasia, il suicidio assistito, e tutto ciò che nega la vita nella sua grandezza e nei suoi limiti. Per poter vivere la vita in pienezza, questa deve essere compresa come un processo di integrazione. Troppo spesso, i diversi “settori” della vita diventano compartimenti stagno: l’affettività, le relazioni sociali, la fede, la famiglia, la cultura, le idee politiche, il lavoro, il tempo libero. Come possiamo essere veramente noi stessi, vivere in maniera “olistica”, superare la frammentazione?
Comunità & famiglia
5. Non possiamo farcela da soli; abbiamo bisogno degli altri per sostenere questo processo di integrazione. L’altro è un dono per me e io per lui. Diventiamo noi stessi soltanto nella relazione con l’altro. Sulla via di Emmaus Gesù ha aiutato i discepoli a riscoprirlo nella frazione del pane e anche a riscoprire la comunità che avevano lasciato a Gerusalemme. Gesù ci invita a far parte di un’unica comunità cristiana centrata su di lui, che a sua volta ci introduce in una comunione più profonda che viene celebrata in modo speciale nei sacramenti, iniziata nel battesimo e realizzata nell’Eucaristia.
La pienezza della vita che Gesù ci offre ci viene incontro nella nostra solitudine, nella frammentazione, nell’alienazione, nella mancanza di comunione, nel nostro desiderio di amore, di vita. Ha istituito la comunità della Chiesa proprio per trovare in lui e nei rapporti fra di noi intorno a lui la risposta che ci risveglia e supera le nostre aspirazioni più profonde.
Famiglia & Chiesa
6. La famiglia come Chiesa domestica è essenziale nella formazione di questo tipo di comunione. Anch’essa è minacciata dalla incompletezza, dalla frammentazione. Prendiamo spunto da Papa Francesco nella nostra risposta pastorale a queste sfide, che devono includere anche le famiglie e le persone nelle periferie.
La famiglia è centrale nella vita cristiana; è il modello e il luogo per imparare la vita comunitaria. La famiglia, in collaborazione con la scuola e la parrocchia, è chiamata all’accompagnamento verso l’amore, motore della formazione umana dei bambini e dei giovani. Come far crescere la coscienza di essere persona collegata con gli altri? Cosa possiamo fare per accompagnare la famiglia? Come aiutare i giovani che provengono da famiglie ferite?
Speranza & pienezza
7. Ogni persona cerca la vera felicità, eppure è ben attestato che tanti giovani possono sperimentare varie forme di depressione, disillusione e disperazione nelle situazioni di vita, tra cui in modo particolare la solitudine, la povertà e la mancanza di lavoro. Questi sono proprio i sentimenti che Gesù ha incontrato nei suoi discepoli sulla via di Emmaus. Ha preso sul serio le loro domande e tutta la situazione, e li ha aiutati a vedere oltre e affrontare il futuro con speranza. Come possiamo, come Chiesa, annunciare il suo messaggio liberatore agli uomini e alle donne del nostro tempo? Che cosa possiamo imparare da coloro che soffrono di qualche forma di disabilità, spiritualmente o in altro modo? Come possiamo aiutare le persone a riconoscere il grande “sì” alla vita vera che la Chiesa sta promuovendo, e che a volte viene vissuto come un’apparente negazione della libertà personale, della gioia, del successo…?
Quando il potere, la competitività, il sesso, i soldi, la carriera… diventano idoli, portano solo ad una felicità contraffatta e non soddisfano la persona. L’individualismo nega la dimensione comunitaria dell’essere umano e si traduce in un’alienazione da sé stessi e dagli altri. Gesù propone un’alternativa che ci porta dalle tenebre alla luce. Come possiamo mettere in pratica il suo insegnamento per raggiungere l’altro, nell’amore e nel servizio, portando la speranza in ogni angolo del nostro continente?
Gioia & vita
8. “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” . Quando la Chiesa mette in pratica questo messaggio con convinzione, porta alla trasformazione delle persone e della società. La gioia è un dono di Gesù. Perché la gioia possa continuare a essere presente nella persona, è necessaria l’attenzione alla vita interiore, alla preghiera personale e comunitaria.
Come possiamo diventare più zelanti nel testimoniare questa verità come comunità missionaria? Colui che ha sperimentato questa gioia non potrà tenerla per se stesso, ma vorrà proporla al mondo come percorso fondamentale verso la vera felicità. Come possono le nostre vite proclamare la gioia che Cristo ci dà? Come possiamo fare in modo che la gioia rimanga nel cuore dei giovani?
Giovani & linguaggio
9. La Chiesa ha un amore particolare per i giovani, in tutta la loro ricca diversità. Riconosce i loro molti doni: generosità, solidarietà, accoglienza, dedizione, onestà, curiosità… e cerca di discernere l’azione dello Spirito Santo nella loro vita, caratterizzata da un senso di servizio al mondo, espresso tra l’altro in varie forme di volontariato. Un’area di particolare importanza per i giovani è quella degli affetti, che investe l’amicizia, il rapporto con se stessi, le relazioni con gli altri e, naturalmente, il discernimento vocazionale. Questo include anche il modo di rapportarsi con gli animali e le cose. Come possiamo facilitare un discernimento adeguato che sappia distinguere tra un’attrazione che è puramente fisica e l’amore vero, che comporta il dono di sé e l’accoglienza dell’altro che rispecchiano l’amore di Dio?
Come possiamo essere noi stessi nel nostro accompagnamento e allo stesso tempo utilizzare un linguaggio intelligibile ai giovani? Come possiamo utilizzare nel modo giusto i mezzi di comunicazione moderni che essi usano così frequentemente per scambiarsi e raccogliere informazioni? Come aiutare a riconoscere che la bellezza, espressa, ad esempio, nell’arte e nella musica, può essere una via verso Dio?
Accompagnamento & Spirito Santo
10. Accompagnare significa camminare insieme, come Gesù con i suoi discepoli sulla via di Emmaus. L’accompagnamento consiste prima di tutto nell’essere presenti e ascoltare. Consiste nella capacità di accogliere nella sua totalità la persona che stiamo accompagnando. Soprattutto, significa rispettare la libertà della persona, consentendo al Creatore di trattare direttamente con la creatura e alla creatura di trattare con il suo Creatore, come dice Sant’Ignazio di Loyola. Significa facilitare la loro scoperta della Volontà di Dio. Significa anche aiutare a compiere delle vere scelte, fatte nella libertà. La risposta alla chiamata di Dio è liberatrice. Questo vale per il matrimonio e per qualsiasi consacrazione a Dio e alla Chiesa.
Anche colui che accompagna ha bisogno di essere accompagnato, ben sapendo che lo Spirito Santo è la guida per eccellenza. Come possiamo permettere a Gesù di camminare al nostro fianco e anche aiutarci a camminare come lui accanto a coloro che desideriamo accompagnare? Fare domande, suggerire, proporre una via da percorrere, ascoltare la risposta, tutto questo fa parte di un accompagnamento in cui lo Spirito Santo guida. Come possiamo condividere la nostra esperienza di fede e di vita che ci dà una visione più ampia di cos’è la vita umana? Come possiamo accompagnare le persone in modo che diventino ciò che sono nella luce del Creatore? Come possiamo accompagnarle ad un incontro personale con Cristo?
Esame di coscienza & testimonianza
11. Sono importanti una continua riflessione e ricerca su come migliorare il nostro modo di accompagnare i giovani. Li ascoltiamo davvero oppure imponiamo i nostri punti di vista? Siamo forse accecati dal pregiudizio? Riusciamo a discernere l’azione dello Spirito Santo nella loro vita? Facciamo abbastanza per avere le competenze necessarie per accompagnarli adeguatamente? Li conduciamo a Cristo? Cadiamo nella tentazione di misurare il successo in termini di risultati e numeri? Abbiamo l’umiltà a cui Cristo ci chiama, che è particolarmente auspicabile nel lavoro di formazione e accompagnamento e, di fatto, nel nostro testimoniare l’amore di Dio?
Ogni accompagnamento serio comporta una testimonianza. I giovani vogliono vedere in coloro che li accompagnano lungo il cammino delle persone integre. Hanno bisogno di persone autentiche che hanno un rapporto con Dio, persone di preghiera, cristiani maturi – coscienti di essere persone con limiti e fragilità – che possono condurre anche loro a Cristo. Persone che sanno leggere i segni dei tempi e impegnarsi nella storia. La fede non è un’idea. La testimonianza ha a che fare con la vita reale delle persone, come Gesù con i suoi discepoli: penetriamo nelle gioie e nei dolori, nei successi e nei fallimenti, nei desideri e nelle delusioni delle donne e degli uomini del nostro tempo, dando un significato e uno scopo alla loro esperienza. Come possiamo essere questo tipo di testimoni – non facendo riferimento a noi stessi, ma a Dio?
Evangelizzazione & Cristo
12. Cristo è l’unico vero evangelizzatore, via, verità e vita: con la sua parola e la sua grazia redentrice conduce l’uomo al Padre. Il nostro continente ha bisogno di riscoprire le sue radici in Cristo e nel suo Vangelo. Di conseguenza, ogni nostra attività dovrebbe avere una finalità evangelizzatrice. Come nel caso dell’accompagnamento, l’evangelizzazione deve iniziare lì dove le persone si trovano, vale a dire: immerse nella cultura del nostro tempo, con tutti i relativi interrogativi e preoccupazioni. Quando vediamo le esigenze della società, ci sentiamo in dovere di rispondere con la misericordia di Cristo: visitare i malati, offrire compagnia e sostegno quando necessari, impegnarsi per il bene comune, la cultura, la giustizia, la pace e opporsi alla globalizzazione dell’indifferenza.
Come possiamo trovare un linguaggio che esprima in modi significativi il messaggio del Vangelo in modo che tutti possano capirlo? Come possiamo accompagnare mentre annunciamo e testimoniamo il nostro impegno per Cristo? Come possiamo vivere noi stessi e aiutare i giovani a vivere la vita di comunione in cui Gesù è presente nei sacramenti, nella fraternità, nella carità, nell’attività missionaria? Come possiamo avere lo stesso zelo ed entusiasmo dei discepoli di Emmaus e annunciare il Cristo risorto nel continente europeo?